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Unione Europea: forte incertezza sulla Brexit, aumentano le preoccupazioni

Il si e il no sono alle prese con un testa a testa che al momento non consente di prevedere un risultato certo. Questo equilibrio sta causando molta confusione, sia all’interno del Paese Britannico che tra i membri dell’Unione Europea, preoccupatissimi delle possibili ripercussioni sulle economie mondiali di un’eventuale uscita del Regno Unito dall’Eurogruppo. Nel frattempo, numerosi personaggi dello spettacolo e politici hanno organizzato una raccolta firme in favore della permanenza dell’Inghilterra in Europa. Tra i sostenitori del No alla Brexit anche Barack Obama e il premier giapponese Shinzo Abe.

Unione Europea: cosa succederà in caso di addio all’Europa da parte della Gran Bretagna

All’interno del Regno Unito il dibattito sulla Brexit si fa sempre più acceso, ad un mese dal referendum. La parte del governo inglese che sostiene l’uscita del Paese dall’Eurogruppo, sta puntando fortemente sul tema dell’immigrazione. In particolare, a Bruxelles vengono rimproverati gli sprechi e le rigide regole sia in relazione ai migranti sia per quanto riguarda la gestione economica all’interno dei Paesi membri. Al di là dei sondaggi, quel che è certo è che i cittadini inglesi non siano soddisfatti della situazione del regno, soprattutto riguardo agli immigrati: questi ultimi, secondo la popolazione, sfrutterebbero il sistema inglese molto più di quanto contribuiscano ad esso. Un ruolo chiave potrebbe essere giocato dalla Scozia, i cui cittadini si sentono indubbiamente molto più europei degli inglesi stessi. Insofferenza anche da parte di quella grande fetta di cittadini stranieri che risiedono in Gran Bretagna e che occupano anche posizioni alte nella società, contribuendo in modo forte al sostentamento delle casse dello Stato. L’Unione Europea, dal canto suo, sembra muoversi nella convinzione che il risultato sarà quello della permanenza e che non esistono altre possibili eventualità. Tuttavia, la preoccupazione è alta, soprattutto se si pensa che da parte dell’Eurogruppo, per ora, non sono stati realizzati piani di emergenza nel caso di vittoria del si.

Ridefiniti gli aiuti internazionali da parte dell’Eurogruppo

Nel frattempo, il 23 e il 24 Maggio oltre 50 leader mondiali si riuniranno per definire cifre e modalità per gli aiuti internazionali. L’Unione Europea chiede la creazione di un sistema più efficace ed efficiente. La Vicepresidente della Commissione europea ha dichiarato che:

Il nostro obiettivo per i prossimi cinque anni è destinare un altro miliardo di dollari alle persone con un urgente bisogno di assistenza in grado di salvare vite, riducendo in modo efficiente i costi delle attività amministrative dei donatori e delle organizzazioni umanitarie. Nel giro di pochi mesi siamo stati capaci di negoziare un accordo tra i principali attori del sistema umanitario, inteso ad affrontare questioni che hanno ostacolato e impedito per anni attività capaci di salvare vite.

Sul fronte umanitario l’Europa viaggia alto e senza alcun ostacolo, ma il fronte interno è sempre più preoccupante, tanto che molti, negli ultimi mesi, hanno parlato di fallimento per l’Eurogruppo. La verità è che, nell’opinione di molti rappresentanti politici, ma soprattutto della maggior parte dei cittadini, gli accordi europei, le misure prese, le riforme chieste e, in generale, la gestione dei Paesi membri, hanno rappresentato la morte della democrazia. L’unica speranza di salvezza sembrerebbe essere quella che vede ogni Stato membro dell’Eurogruppo riappropriarsi di una certa indipendenza politica ed economica nei confronti del sistema.

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