Doveva essere il 23 Maggio il termine per la presentazione delle offerte per l’Ilva, ma i commissari straordinari hanno concesso ancora un mese per la valutazione. Anche il Governo vuole sapere quanto vale il colosso dell’acciaio. Gli investitori in gara per l’acquisizione sono stretti tra due considerazioni: il colosso è generatore di ricchezza o fonte di inquinamento, debiti e cause? Il Mise, per fugare ogni dubbio, ha dato incarico alla banca d’affari Leonardo & Co. di fare una perizia e stabilire il reale attuale valore dell’acciaieria.
Ilva: chi sarà il compratore?
Slitta il termine per le offerte di acquisizione, ma il momento decisivo è vicino. Arcelor Mittal, colosso della siderurgia mondiale, sembrerebbe il compratore ideale, ma governo e sindacati vedrebbero più di buon occhio un’acquisizione dell’Ilva da parte di Arvedi (produttore italiano). La motivazione principale è che il colosso franco-indiano potrebbe ridimensionare il ruolo di Taranto nelle attività. Sembrerebbe che Arvedi possa scendere in campo al fianco del gruppo turco Erdemir, partner ideale per contrastare Arcelor. Infine, è ancora da capire il ruolo di Cassa Depositi e Prestiti, probabilmente l’ago della bilancia che farà cadere la vittoria da una parte o dall’altra. Dietro la vicenda dell’acciaieria pugliese c’è l’intento di rivedere tutto il sistema dell’industria siderurgica italiana. Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, nel corso di una conferenza a Roma, ha dichiarato che:
Questa collaborazione tra la Regione Puglia e il Consiglio nazionale degli ingegneri con riferimento alla siderurgia italiana è di grandissima importanza. A noi servono voci indipendenti, imparziali, che al di là degli interessi in campo forniscano alla comunità, e in particolare alla Puglia e all’area metropolitana di Taranto, elementi utili a decidere sul nostro futuro. Questo rapporto è tecnico, non di natura politica, e serve a decidere se davvero la siderurgia italiana è strategica per il futuro industriale del nostro paese.
Corte di Strasburgo: Italia VS Diritti umani
Al via il processo contro lo Stato Italiano alla Corte di Strasburgo a causa delle attività dell’Ilva, maggiore stabilimento siderurgico italiano. La denuncia è partita da quasi 200 cittadini pugliesi, che hanno accusato l’Italia di non aver adottato le giuste misure a protezione dell’ambiente e della popolazione. La prima denuncia risale al 2013, ma già nel 2010 erano state depositate due perizie che avevano evidenziato le grandi quantità di sostanze dannose emesse dall’acciaieria. Le conseguenze attestate furono diverse: persone, animali e piante ammalati. In un primo momento il Tribunale di Taranto aveva preso in carico lo svolgimento delle indagini. Successivamente, la Corte Europea ha giudicato la denuncia dei cittadini come valida per aprire un processo contro l’Italia per violazione dei diritti umani. L‘ultima denuncia è del 2015, firmata soprattutto da congiunti o tutori di persone decedute o malate. Le accuse sono sia per l’acciaieria sia per lo Stato: la prima sarebbe stata perfettamente conscia dei danni che avrebbe causato la propria attività alle persone e all’ambiente; il Governo, invece, non solo non sarebbe intervenuto a difesa della salute dei cittadini, ma avrebbe anche autorizzato l’azienda siderurgica a proseguire con le stesse modalità.