Pensioni: novità sula riforma 2016/2017

Pensioni: novità sula riforma 2016/2017

Si chiamerà APE ed è il nuovo pacchetto di riforme previsto per il prossimo anno per le pensioni. L’argomento principale discusso in queste ore dal Governo è quello sulle penalizzazioni. Il ministro Giuliano Poletti ha parlato di una differenziazione nelle penalizzazioni in base all’ammontare dell’assegno e del reddito. Altro importante punto della nuova riforma riguarda il Prestito Pensionistico Agevolato sul quale però c’è ancora molta cautela. Tito Boeri, presidente dell’Inps, sembra appoggiare l’APE. Intanto, i lavoratori precoci si sono attivati online per protestare contro l’eventuale abolizione totale della Quota 41.

Pensioni: in arrivo le penalità differenziate

La questione delle penalizzazioni, secondo quanto dichiarato dal Ministro Poletti, sembrerebbe il punto più difficile da stabilire per quanto riguarda la nuova riforma sulle pensioni. A fomentare il dibattito anche uno studio da parte della UIL nel quale è stato riscontrato che se venissero attuate le penalizzazioni previste dalla nuova riforma, un cittadino che guadagna 1000,00 euro, qualora si ritirasse un anno prima, perderebbe una mensilità, ma se lo facesse tre anni prima, le mensilità perse sarebbero più di due. I risultati di tale studio si scontrano con le parole di Paoletti, il quale si era soffermato, spiegando le nuove misure, sul fatto che chi guadagna di più subirà inevitabilmente penalizzazioni più alte. La UIL, con la sua pubblicazione, ha risposto che il problema non è chi guadagna di più, bensì chi guadagna di meno. Nel frattempo Tito Boeri sembrerebbe appoggiare la riforma, soddisfatto dello sforzo da parte del Governo Renzi di provare a trovare uno strumento flessibile per l’uscita anticipata. Ad ogni modo, il Presidente dell’Inps continua a spingere anche sul ricambio generazionale e ciò potrebbe essere possibile se i neo pensionati rinunciassero ad una percentuale sull’importo, per favorire l’ingresso dei giovani.

Via libera per l’inizio della sperimentazione del part time a 63 anni

Intanto è stata resa nota la data dell’inizio della sperimentazione del part-time agevolato. Si inizierà il 20 Maggio, data a partire dalla quale aziende e dipendenti potranno accordarsi per una riduzione dell’orario di lavoro in prossimità della pensione. Come ha annunciato Poletti, si tratta di una misura a carattere sperimentale, poiché è importante conoscere come reagirà il mondo del lavoro difronte a tale possibilità. Qualora l’esito della sperimentazione dovesse risultare positivo, non si esclude l’estensione della misura anche al pubblico impiego. Ovviamente, l’accesso a tale proposta è limitato. La condizione principale è che bisogna essere nati entro il 31 Maggio 1952, ovvero compiere 66 anni e 7 mesi non oltre la fine del 2018. L’orario potrà essere ridotto di una percentuale compresa tra il 40 e il 60%, ma si specifica che tale condizione non produrrà penalizzazioni sull’importo delle pensioni di chi la dovesse scegliere. Diverso potrebbe essere il discorso se la sperimentazione del part time agevolato dovesse diventare legge in futuro: in quel caso il dipendente dovrebbe versare dei contributi volontari a coprire le ore di lavoro “abbandonate” oppure accettare le eventuali penalizzazioni. Il vantaggio principale per le imprese sarebbe invece la possibilità di ridurre la forza lavoro più anziana con una spesa più contenuta rispetto a quanto previsto dalle norme attuali con l’isopensione.

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