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Fondo Monetario Internazionale: NO alla Brexit

La preoccupazione per l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea non si arresta e anzi cresce il numero dei sostenitori economici e politici del NO alla Brexit. Dopo la Banca d’Inghilterra, la Commissione UE, il premier inglese David Cameron, arriva anche il Fondo Monetario Internazionale a lanciare l’allarme. Il rapporto dell’organizzazione, presentato a Londra, spiega che l’uscita di scena del Regno Unito scatenerebbe forti incertezze con conseguenze negative sull’economia del Paese e dell’Europa. Le previsioni parlano di deprezzamento della moneta inglese, calo degli investimenti, disoccupazione e volatilità di mercato. Il direttore dell’FMI Christine Lagarde ha comunque ribadito che l’organizzazione non vuole entrare nel merito del voto che spetta solo ed esclusivamente ai cittadini britannici.

Fondo Monetario Internazionale: Lagarde su Brexit e corruzione

Christine Lagarde, con un lungo intervento, ha spiegato l’opinione del Fondo Monetario Internazionale sulla questione Brexit e sul problema della corruzione. Riguardo al referendum in Inghilterra, il direttore di FMI ha voluto rispondere alle insistenti domande da parte di tutti gli Stati mondiali, sulle possibili conseguenze di un’uscita del Regno Unito dall’UE. Lagarde ha parlato di alcune gravi previsioni, legate al quasi certo indebolimento della sterlina, all’instabilità dei mercati finanziari, alla crescita della disoccupazione e alle conseguenze che tutto ciò può avere anche per le altre economie europee. Altra questione esaminata da FMI è quella relativa alla corruzione. Lagarde è stata molto chiara in merito:

Non accetto l’idea o il mito di chi ritiene la corruzione un problema culturale. La corruzione ha un impatto corrosivo sulla società. Può mettere a in cui il successo dipende di più da chi si conosce invece che dai meriti personali, gli incentivi all’istruzione per i giovani sono a rischio.

Il presidente ha poi aggiunto che occorre porre l’attenzione sulla “trasparenza” e che le autorità devono assolutamente combattere i costi indiretti che spesso sono causa di disuguaglianza.

Rapporto FMI ammonisce la Germania e spinge l’Europa a rivedere debito Grecia

Secondo il Fondo Monetario Internazionale, Berlino dovrebbe attuare alcune riforme per ridare dinamismo all’economia. Lo stallo della Germania sta condizionando l’intera Europa e FMI ha bacchettato Angela Merkel. Nel rapporto dell’organizzazione si legge che la situazione dell’economia tedesca è considerata un danno anche per gli Stati Uniti. Nel frattempo, la questione Grecia è tornata alla ribalta dopo la nuova ondata di austerity approvata da Atene che ha sbloccato una nuova tranche di aiuti economici. FMI continua a spingere affinché il debito ellenico venga ristrutturato, con una riduzione del suo valore nominale, l’allungamento delle scadenze e l’abbassamento dei tassi di interesse. L’organizzazione ritiene che sia impossibile per la Grecia muoversi verso una crescita, rispettando allo stesso tempo le condizione imposte dall’Eurogruppo. Il paradosso, secondo FMI, è che anche se venisse annullato totalmente il debito greco, lo stesso Paese non riuscirebbe comunque a sanare la spesa pubblica. E’ dal lontano 2000 che Atene, nonostante le imposte, non riesce a pareggiare il bilancio. L’unica strada, secondo FMI, è che si continui con la politica delle riforme, ma che l’Eurogruppo intervenga per sostenere i cittadini ellenici in difficoltà, così come avviene in caso di tragedie o catastrofi, perché anche questa, in fondo, lo è.

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