Domenico Calcagno: buco di diversi milioni di euro nelle casse del Clero

Domenico Calcagno: buco di diversi milioni di euro nelle casse del Clero

Sono quattro gli indagati per gli ammanchi nelle casse dell’Istituto di Sostentamento del Clero, primo dei quali è l’ex vescovo di Savona Domenico Calcagno. Insieme a lui, sono finiti nel mirino degli inquirenti anche don Pietro Tartarotti, Gianmichele Baldi e il figlio Gianmarco. Le indagini erano in atto già da diversi anni: la Polizia tributaria ha messo insieme una serie di prove per far scattare i fermi. L’accusa è quella di malversazione, ovvero impiego illecito di denaro e beni mobili.

Domenico Calcagno: l’accusa della Procura e i fatti

L’ex vescovo di Savona, attuale Presidente dell’Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica, avrebbe sottratto, insieme a Don Pietro Tartarotti e Gianmichele Baldi, milioni di euro dalle casse del Clero, per uso illegittimo. In particolare, dalle indagini della procura è emerso che tra le cause dell’ammanco vi sarebbero diversi investimenti in operazioni immobiliari.  Tra queste, quella denominata “Colonie bergamasche”, ovvero una serie di strutture sulla costa ligure che avrebbero dovuto comprendere anche un albergo di lusso. Quando Vittorio Lupi subentrò al posto di Domenico Calcagno chiese ad una commissione di studiare i conti, e da lì iniziarono le indagini. L’ex vescovo, però, non si è nascosto e ha, anzi, inoltrato subito una risposta all’accusa. Queste le sue parole:

Ho appreso da notizie di stampa di essere oggetto di indagini per questioni risalenti al periodo in cui ero vescovo a Savona. Sono sereno per il lavoro svolto. Confido nell’operato della magistratura italiana. Attendo fiducioso l’evolversi della vicenda.

  Gianmarco Baldi, invece, figlio di Gianmichele, ha replicato alle accuse con uno sfuggente “No comment”, mentre sembrerebbe impossibile, per il momento, rintracciare don Pietro Tartarotti.

Vaticano: quando la truffa passa per le mani di chi amministra

Domenico Calcagno, ex vescovo di Savona, è oggi cardinale, ma anche amministratore del patrimonio della sede apostolica e presidente dell’istituto di sostentamento del clero. L’accusa di malversazione riguarderebbe operazioni immobiliari illecite che avrebbero generato nelle casse del Vaticano un buco per milioni di euro. Ciò che accadde, secondo la Procura, è che il cardinale, in associazione con Tartarotti e Baldi, avrebbe trasformato l’istituto di sostentamento in una vera e propria agenzia immobiliare. Fino al 2014, l’ex vescovo era anche membro della commissione di vigilanza dello Ior, fin quando Papa Francesco estromise lui e Bertone a causa delle verifiche fatte sui bilanci 2009. Oltre alle Colonie Bergamasche, gli indagati avrebbero dato il via ad operazioni illecite anche a Punta dell’Olmo e ad Albissola. La Chiesa di Savona continua a vivere di scandali. La vicenda Calcagno va ad unirsi alle accuse mosse da Don Filippo Bardini. L’ex seminarista ha rivelato che:

Ho vissuto in seminario tanti anni, e tutti sapevamo che con i soldi si facevano giri strani. Come posso in coscienza consigliare ad un fedele di dare alla Chiesa l’8×1000, quando so che finisce in mano a dei delinquenti?.

Bardini ha fatto le sue rivelazioni, spinto proprio dalla vicenda dell’ammanco nelle casse del clero denunciato dalla Procura di Savona, ma nei giorni scorsi aveva già parlato alla Guardia di Finanza e al pm Chiara Venturi, proponendosi come collaboratore alle indagini.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *