L’ufficio studi della Banca d’Italia ha riportato i dati relativi al Pil: nei primi tre mesi del 2016 c’è stato un aumento dello 0,3%. La stessa crescita dovrebbe essere avvenuta per i successivi tre mesi. A fine anno, il risultato dovrebbe essere un +1,1% che verosimilmente si trasformerà in +1,2 % nel 2017. Tali risultati sono al di sotto delle cifre dichiarate dal Premier italiano; il Governo nei mesi scorsi aveva infatti parlato di un + 1,6%. Si tratta di dati insindacabili, ma comunque in linea con quanto previsto dalle direttive europee. Tuttavia, per Renzi, già alle prese con il flop elettorale, è un ulteriore boccone amaro da mandare giù e contribuisce, insieme a gli altri, a mettere a rischio il futuro del premier stesso e del governo.
Banca d’Italia: prezzi congelati, ma occupazione in crescita del 2% in tre anni
Oltre al Pil, le analisi della Banca d’Italia hanno rivelato anche altri dati, tra i quali l’indice dei prezzi al consumo: nel 2016 si prevede un aumento complessivo dello 0,6%, dell’1% nel 2017 e dell’1,5% nel 2018. Con una nota ufficiale, l’istituto ha comunicato che:
Il quadro previsivo risente della debolezza dello scenario internazionale e riflette soprattutto il rallentamento delle economie emergenti, in linea con le valutazioni più recenti delle organizzazioni internazionali.
Stime positive arrivano però sul fronte del lavoro: dal 2016 al 2018, infatti, si prevede un aumento dell’occupazione pari al 2%, con una crescita contestuale anche dell’offerta di lavoro. Di conseguenza, la disoccupazione dovrebbe scendere, seppur in modo graduale, fino al 10,8% nel 2018. Tutto sommato, se si aggiungono a queste stime la ripresa degli investimenti e gli incentivi alla spesa promossi dalla nuova Legge di Stabilità, per l’Italia non si tratta di una situazione così drammatica anzi, proprio come dichiarato da Ignazio Visco nei giorni scorsi, il Paese starebbe spingendo l’acceleratore mentre l’Europa, però, decelera.
Unioni civili: anche gli istituti bancari lavorano per portare a compimento il cambiamento sociale e aziendale
La Banca d’Italia è impegnata anche sul fronte sociale. Il governatore dell’istituto Ignazio Visco ha infatti dichiaro che la sua istituzione (l’unica ad essersi pronunciata sulla questione fino ad ora) è pronta a scendere in campo per aiutare la società e le aziende ad affrontare il cambiamento delle Unioni Civili. Salvatore Rossi, direttore generale dell’istituto, ha spiegato che la banca lavorerà per “assicurare l’equiparazione di tutti sul piano economico con l’accesso a benefici e provvidenze fino ad oggi previsti per le sole coppie eterosessuali e i loro figli”. Ma il discorso è valido anche per quanto riguarda il superamento di determinati stereotipi all’interno delle strutture aziendali e a tale scopo l’istituto ha annunciato alcune iniziative di formazione e sensibilizzazione sull’argomento delle unioni civili. Tutto ciò rientra nel piano strategico, basato anche sulla valorizzazione delle diversità sul posto di lavoro, dove ognuno deve ricevere, secondo le parole di Rossi: “rispetto, accettazione, inclusione e benessere, premessa necessaria perché ciascuno possa esprimere le proprie potenzialità”. Insomma, l’istituto di vigilanza ha voluto cominciare dando il buon esempio, sperando anche in questo si scateni una reazione a catena nel sistema bancario italiano.