Si sente parlare spesso di sostituti del pane ma cosa succede a chi li mangia? Sono davvero dietetici?
Purtroppo la risposta non è quella che vorremo sentire.
Vanno per la maggiore per moltissimi motivi: sono morbidi, piacciono ai bambini, sono economici e hanno lunghe scadenze.
Questo vuol dire che si può fare una grande scorta, e ai tempi di coronavirus, lockdown e fase 2 tanti hanno ceduto alla tentazione, per poi aprire le buste all’occorrenza.
Sostituti del pane: i maggiori difetti
I pregi li abbiamo elencati a dovere, ce ne sarebbero anche altri a dire il vero.
Vengono tutti elencati con slogan accattivanti e packaging comodi ma, in effetti, non sono affatto alleati della nostra salute e, in particolare, della linea.
Nonostante questo il consumo del pane continua a diminuire e continua a crescere la vendita di questi alimenti.
È infatti molto diffusa la credenza, errata, che per perder peso bisognerebbe evitare il pane e sostituirlo con prodotti dietetici quali crackers, fette di pane in cassetta integrali, ecc.
In fondo è questo che ci vuole far credere la pubblicità.
Basta però dare uno sguardo alle tabelle nutrizionali per scoprire quante calorie, sale e grassi apportino in più rispetto al pane.
Inoltre per essere conservati così a lungo e per avere un gusto più appetibile, vengono utilizzati grassi vegetali o condimenti considerati nocivi per la nostra salute. Tra questi possiamo sicuramente annoverare lo sciroppo di fruttosio, il bromato di potassio e la L-cisteina, agente ammorbidente prodotto in laboratorio.
Pane in cassetta industriale e pane fresco a confronto
Fare il paragone è piuttosto semplice.
Il pane tradizionale, quello che si va a comprare tutti i giorni (ecco un altro motivo del suo insuccesso nell’era moderna) è costituito da farina, acqua, lievito e sale, stop.
Quello in cassetta industriale, invece, contiene una serie di ingredienti, facilmente individuabili in etichetta, necessari per dare corpo all’impasto ed evitare la formazione di muffe.
Ecco che nella lista degli ingredienti fanno la loro comparsa zuccheri, conservanti, lipidi di bassissima qualità, oli vegetali, olio di palma idrogenato e persino scarti di macellazione.
Per rendersene conto, basta dare annusare il propotto appena aperto: sa di alcol.
Niente a che vedere con l’inconfondibile profumo del pane appena sfornato.
I Sostituti del pane quindi, si differenziano dal pane fresco per la perdita di acqua che si verifica durante la cottura.
È una questione matematica alla fine: il pane tostato contiene le stesse calorie di una fetta di pane fresco ma pesa di più.