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Chieti: il comune cita in giudizio il Ministero dell’Interno, perchè?

“Il Comune di Chieti cita in giudizio il Ministero dell’Interno e il Ministero dell’Economia e delle Finanze per il mancato trasferimento erariale dell’ICI per gli anni che vanno dal 2002 al 2009, riguardante gli immobili di categoria catastale D (fabbricati industriali, banche, opifici), per un importo economico pari ad € 890.480,37”. È quanto comunica il Sindaco di Chieti, Umberto Di Primio.

Le parti sono invitate a comparire innanzi il Tribunale di L’Aquila per l’udienza fissata il 23 marzo 2020.

«Il Ministero dell’Interno e il Ministero dell’Economia e delle Finanze – commenta il Sindaco Di Primio – in base all’art. 64 Legge 388/2000 non hanno adempiuto al pagamento del debito dovuto al Comune di Chieti in base alla compensazione dei “minori introiti” con il trasferimento erariale degli immobili di categoria catastale D passati ad autodeterminazione della rendita catastale.

La Legge 388/2000 (finanziaria 2001) e le successive Circolari del Ministero degli Interni e del Dipartimento delle Finanze (rispettivamente n.6/2008 e n. 27100/2008), stabilivano infatti che, a decorrere dal 2001 e per ogni anno successivo, lo Stato avesse compensato i minori introiti relativi all’ICI riscossi dai Comuni, per effetto dei minori imponibili derivanti dalla autodeterminazione delle rendite catastali dei fabbricati gruppo D, con un corrispondente aumento dei trasferimenti erariali. In base alla legge, l’entità del minor gettito ICI andava calcolata, ogni anno, in misura pari alla differenza tra quanto effettivamente incassato dal Comune per ciascuna annualità e quanto sarebbe stato

incassato, nello stesso anno, se gli immobili con rendita autodeterminata fossero stati tassati al valore contabile.

Il Comune di Chieti ha sempre presentato regolari istanze di rimborso ICI, utilizzando la modulistica ministeriale e attestandovi tutti gli elementi necessari per ottenere il trasferimento dei fondi statali. Sicuramente – evidenzia il Sindaco – il “Comunicato” Interni del 1 dicembre 2009 ha ribaltato in maniera irrituale quanto stabilito dall’art. 64 L. 388/2000 e D.M. 197/2002 operando la rideterminazione dei contributi ICI ma quanto statuito dai Ministeri con dei meri comunicati, quindi con atti amministrativi appartenenti a fonte gerarchica inferiore rispetto alla Legge e al Regolamento ministeriale,contrasta apertamente con il dettato normativo e cozza contro la corretta ed univoca interpretazione letterale della Legge 388/2000, art. 64, e del D.M. Interni 197/2002 che, a chiare lettere, stabiliscono che i minori introiti relativi all’ICI, conseguiti dai Comuni a seguito dell’autodeterminazione delle rendite catastali dei fabbricati categoria D debbono essere compensati, mediante corrispondente aumento dei trasferimenti erariali a decorrere dall’anno 2001 e conseguentemente per ogni anno successivo.

La nuova interpretazione operata dal “comunicato” 1.12.2009 con cui si esclude il minor gettito del rimborso erariale è del tutto illegittima e al Comune di Chieti ha arrecato un grave pregiudizio economico pari ad euro 890.480,37 a titolo di integrale rimborso dei contributi statali compensativi ICI per gli esercizi dal 2002 al 2009.

La palese illegittimità di quanto postulato nei “comunicati” del Ministero degli Interni è stata giudizialmente accertata e dichiarata in numerose pronunce dei Giudici che sono stati investiti della controversia. A tal proposito si ricordano le sentenze dei Tribunali di Milano, Venezia, Bologna, Ancona, Genova, Torino che hanno affermato il diritto dei rispettivi Comuni al reintegro dei contributi prima assegnati e poi compressi.

Dopo la diffida inviata il 28.2.2017 dal Comune di Chieti al Ministero dell’Interno/Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali al fine di ottenere il legittimo riconoscimento dei diritti e invitando lo stesso Ministero ad annullare, in autotutela, l’atto con il quale sono stati ridotti e revocati i trasferimenti erariali– prosegue il Sindacovisto che la stessa non ha sortito l’effetto sperato, essendo rimasta del tutto inevasa, il Comune di Chieti ha deciso di citare innanzi il Tribunale il Ministero degli Interni e il Ministero dell’Economia e delle Finanze affinché vengano accertati e dichiarati “i minori introiti“ dell’Ente e venga quindi onorato il pagamento con la restituzione delle somme pari ad € 890.480,37».

 

 

Fonte: Comune di Chieti

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